L’opera di Banksy bruciata e venduta in NFT
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OLIVER CAMPONOVO BANKSY NFT - Pensando all’arte ci viene spontaneo immaginare quadri, dipinti, musei e sculture. Tuttavia queste non sono le uniche realizzazioni possibili: negli ultimi anni sono nati nuovi modi per esprimersi e riguardano il mondo digitale. Le opere digitali hanno preso piede tanto da diventare mainstream e coinvolgono un enorme mercato internazionale. Anche gli strumenti usati sono nuovi e più adatti allo scopo: si chiamano NFT e grazie all’interesse di Oliver Camponovo potremo scoprire il loro potenziale.
Che cosa sono gli NFT e cosa offrono
I cosiddetti NFT (Non Fungible Tokens) sono uno strumento completamente digitale: possiamo definirli come gettoni con caratteristiche uniche per ognuno di essi. Gli NFT rappresentano un oggetto qualsiasi che può essere fisico o digitale anch’esso: per esempio, si può avere un NFT che rappresenta un mobile, o un altro che rappresenta un’immagine digitalizzata. Infatti la sua applicazione all’arte digitale è arrivata in modo spontaneo.
Gli NFT hanno determinate caratteristiche: la non-interoperabilità, l’indivisibilità, l’indistruttibilità e la verificabilità. Significa che ognuno di questi gettoni è unico e di conseguenza non esistono altri NFT con cui può essere scambiato. Inoltre, data la loro natura digitale, possiamo facilmente verificarne l’autenticità e una volta creati non possono essere distrutti. In altre parole, gli NFT sono come dei documenti digitalizzati a cui associamo un bene: comprando l’NFT otteniamo quel bene con molte garanzie annesse.
L’opera bruciata di Banksy: come si collega agli NFT
Il famosissimo street artist Banksy è rinomato per le sue opere irriverenti e provocatorie. Ha fatto moltissimo scalpore la sua opera “Bambina con palloncino” battuta all’asta per 1,2 milioni di euro e distrutta nell’istante successivo alla vendita. Stavolta non ha attuato lui la performance: la società americana Injective Protocol, che tratta blockchain e finanza decentralizzata, ha commissionato la distruzione del quadro “Morons”. Il giovane ripreso nel video ha subito chiarito l’intento: hanno bruciato il quadro per poter vendere la sua versione digitale grazie agli NFT. Così facendo, quel NFT è l’unica testimonianza rimasta e garantita del quadro di Banksy.
Ecco che si scopre il ruolo del NFT nel caso di Banksy: quel NFT ha permesso la vendita di un’opera che non esiste più fisicamente, ma virtualmente. Infatti il prezzo di vendita parla da sé: la versione fisica valeva 95mila dollari, mentre l’NFT è stato battuto all’asta per 382mila dollari. Un evento unico nel suo genere che lascia molto da pensare sia agli appassionati di arte sia agli esperti di finanza, come Oliver Camponovo.
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